Il parco, realizzato tra il 1840 e il 1846 su progetto dell’architetto Michele Canzio, per volere del marchese Pallavicini, costituisce, per le sue caratteristiche di natura compositiva, botanica, scenografica e filosofico, una eccellenza nell’ambito del giardino ottocentesco italiano ed europeo.

Il giardino di otto ettari di superficie, è stato concepito come una enorme rappresentazione teatrale organizzata in tre atti, ognuno contenente quattro scene, più un prologo, un antefatto ed un esodo finale. Le scenografie hanno tutte una spazialità tridimensionale e sono caratterizzate da architetture in stile ora classico, neogotico, esotico o rustico e composte da vegetazione scelta con lo scopo di suffragare l’atmosfera teatrale del racconto. La trama della narrazione può essere letta come un ingegnoso spartito scenografico o più sagacemente come lo svolgersi di un percorso esoterico che accompagna il visitatore verso uno sviluppo spirituale capace di elevarne, come recita l’epigrafe dell’Arco di Trionfo, ”…lo spirito a Dio”.

Nella parte bassa del parco, corrispondente al primo e terzo atto, si incontrano la Tribuna Gotica, il Coffee House, l’Arco di Trionfo, e la Casa del Romitaggio, relativi al Viale gotico e al Viale classico, mentre nell’area del Lago Grande si possono ammirare architetture neoclassiche, il Tempio di Diana, il Ponte Romano e il meraviglioso Tempio di Flora attorniato dai giardini dedicati alla dea dei fiori,, accanto alla Pagoda Cinese, al Chiosco Turco, all’Obelisco Egizio, episodi esotici proposti in chiave appassionata e romantica , sfavillanti di cromie che dialogano con le tonalità verdi della vegetazione. Tra gli autori di questi sfarzi artistici, accanto a Michele Canzio è doveroso ricordare il maestro G. B. Cevasco autore delle varie sculture in marmo, G. Centanaro autore degli apparati in stucco, i fratelli Mora autori degli splendidi pavimenti a mosaico.

Il parco è il contenitore di molte specie vegetali indigene ed esotiche; sulle rive del Lago Grande vanno ammirati un grande Cedro del Libano che vegeta vicino alla maestosa Canfora la quale protende le fronde anche sul busto di Canzio, qui inserito a perenne ricordo della sua genialità. Sull’isola si trova invece un enorme Faggio pendulo che ha composto una vera e propria grotta di verzura oltre la quale svetta una elegante palma, la Washingtonia robusta che sembra competere in bellezza con la Erytea armata che si trova sotto al Chiosco Turco.

Attualmente il parco è oggetto di un ampio intervento di restauro che interessa sia le superfici estese che alcuni degli edifici sopra menzionati.

 

Giorgia Trupiano

APS Amici di Villa Pallavicini
Con il Patrocinio del Municipio Ponente ed in collaborazione con l’Associazione Amici di Villa Pallavicini, sabato 20 settembre Open Genova organizza Wiki Loves Monuments all’interno del parco di Villa Pallavicini. 

 

Your email address will not be published. Required fields are marked *

*

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.