Open Genova ha posto 4 domande ai candidati alla presidenza della Regione Liguria sui temi a noi cari: banda larga, dati aperti, partecipazione e innovazione.

Di seguito riproponiamo in neretto le domande con le risposte di Raffaella Paita.

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WiFi: La disponibilità di connessioni internet wi-fi gratuite, efficienti e facilmente fruibili è una delle condizioni infrastrutturali necessarie per garantire lo sviluppo digitale della nostra regione. Cosa pensa del progetto Liguria Free WiFi, attivato da Regione Liguria? Quali modifiche, o integrazioni, apporterebbe?

Il Wi-Fi libero è una grande opportunità di crescita per tutti, perché oltre a facilitare l’accesso alla rete durante gli spostamenti, aiuta le persone a vivere le città con più consapevolezza e informazioni, a collaborare e a condividere esperienze, a sentirsi parte di una intelligenza collettiva, più aperti alla partecipazione e alle nuove forme di democrazia. L’accesso gratuito e senza fili alla rete è poi un fattore importante per il nostro sviluppo economico e in particolare per la competitività del turismo ligure.
La Regione Liguria aderisce al circuito nazionale Free ItaliaWiFi e ha da tempo avviato un progetto per la realizzazione di un’unica rete ligure di punti di accesso gratuito ad internet che oggi permette ai cittadini e ai turisti di accedervi usando sempre le stesse credenziali sul territorio regionale.
Un primo nucleo di 126 aree wifi, distribuite in 60 comuni, è stato completato a inizio 2015. Entro fine dell’anno disporremo di una rete di circa 400 aree in 119 località. Liguria WiFi è già oggi predisposta ad accogliere le utenze dei principali operatori Wi-Fi internazionali. La rete Wi-Fi gratuita è in corso di attivazione anche nelle Asl e negli ospedali liguri e sono previsti accordi con aziende private che erogano servizio pubblico (Ferrovie dello Stato, Società Autostrade), esercizi commerciali, imprese turistiche e gestori di eventi. Per lo sviluppo del turismo è però importante colmare il ritardo del sistema alberghiero (il 40% degli hotel italiani non offre connessione gratuita a Internet), da Presidente della Regione Liguria aiuteremo le strutture ricettive che decideranno di puntare sul wifi libero.

Trasparenza (Open Data): La disponibilità di dati aperti, liberamente scaricabili dal sito regionale in un formato che ne permetta facilmente l’elaborazione in forma elettronica, è un elemento fondamentale per consentire la trasparenza amministrativa. Quali ritiene siano le azioni da mettere in atto per aumentare la qualità e la quantità dei dati aperti della Regione Liguria? Quali iniziative ritiene di attuare per agevolare la creazione di una comunità di utilizzatori di questi dati?

Gli Open Data sono uno strumento importante per migliorare il rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni, perché facilitano la trasparenza amministrativa e favoriscono una partecipazione più attiva dei cittadini. Rendere disponibili nella rete i dati pubblici non deve perciò essere considerato un costo ulteriore per la Pubblica Amministrazione, ma un investimento che nel tempo può generare importanti ricadute positive. I dati pubblici sono inoltre una miniera ricca ma poco esplorata di informazioni. Informazioni che, una volta rese disponibili in formato libero e aperto, possono essere utilizzate per una migliore comprensione delle tendenze sociali, dell’economia e del mondo del lavoro. Rendere disponibili gli open data alla comunità significa alimentare nuovo sapere e nuovi progetti. Un esempio concreto di ciò è la mappa dinamica realizzata da Open Genova utilizzando gli open data della Regione Liguria.
Oggi la Regione Liguria mette a disposizione oltre 400 collezioni di dati strutturati: cartografie, dati statistici, documenti, banche dati, foto aeree. Mettere a disposizione gli open data è però solo un primo passo, occorre anche e soprattutto garantirne una buona fruibilità e comprensibilità, in tal senso occorre da un lato migliorare sempre più la comunicazione e la rappresentazione dei dati, dall’altro attivare politiche di alfabetizzazione digitale dei cittadini. Anche su questo fronte, realtà partecipative come Open Genova, possono svolgere un ruolo importante.

Partecipazione: È ormai considerato naturale che le persone si informino, si associno e partecipino alla vita pubblica utilizzando le nuove tecnologie. In tutto il mondo possiamo trovare esperienze, anche molto avanzate, che favoriscono la partecipazione grazie all’uso delle nuove tecnologie. Esistono esperienze di questo tipo, italiane o straniere, che le piacerebbe realizzare in Liguria durante il suo mandato?

La partecipazione dei cittadini alla vita pubblica ha una forte connotazione territoriale, riflette la storia e le culture dei luoghi, le vocazioni produttive e gli stili di vita che queste generano. Oggi le tecnologie digitali si fanno sempre più pervasive e rendono sempre più sfumati i confini tra la sfera personale e quella pubblica, i social network ospitano sempre più il confronto politico, ogni singolo cittadino dispone di spazi inediti per diffondere le proprie convinzioni. E’ inevitabile che la partecipazione alla vita pubblica cambi altrettanto profondamente.
Attraverso piattaforme come Airesis e strumenti deliberativi come Liquid Feedback, in vari paesi del mondo si sperimentano esperienze di e-democracy, dibattiti pubblici, sondaggi, petizioni e percorsi decisionali. Sono strumenti di grandi potenzialità che possono favorire la partecipazione, ma non possiamo nascondere il fatto che occorre ancora riflettere su questioni importanti legate al loro uso: trasparenza, dialogo costruttivo, identificazione e anonimato, equità e pari opportunità di accesso. Occorre quindi avere consapevolezza che l’utilizzo di queste nuove opportunità deve andare di pari passo con l’alfabetizzazione digitale dei cittadini e in particolare sull’uso critico e consapevole delle tecnologie.
TuParlamento è una esperienza partecipativa avviata dalla Fondazione Rete Civica di Milano che oggi sarebbe interessante riprendere nei suoi motivi ispiratori e adattare al contesto regionale ligure, potenziandola con le opportunità oggi offerte da piattaforme evolute come Airesis e da metodologie di elaborazione di proposte come quella dell’Open Space Technology.

Innovazione: Al di là delle singole scelte, l’innovazione si può realizzare soltanto all’interno di un quadro generale che comprende tecnologie, infrastrutture, capacità di generare e attrarre saperi e competenze, visione di lungo periodo. Può indicare, in maniera sintetica, quale è la sua idea guida riguardo l’ecosistema dell’innovazione per la nostra Regione?

Oggi è più facile delocalizzare una industria manifatturiera tradizionale che non una industria innovativa. Ciò è dovuto al fatto che l’innovazione è sempre più legata alla presenza di un ecosistema locale complesso formato da università, centri di ricerca, industrie creative, startup, digital champion, infrastrutture adeguate, formazione avanzata e alti standard di alfabetizzazione digitale nella comunità. Un hub di innovazione è fatto soprattutto di cross fertilization, di capacità di mettere a sistema realtà e saperi diversi. Sappiamo oggi che un posto di lavoro altamente qualificato, per effetto moltiplicatore, genera attorno a sé cinque nuovi posti di lavoro nel settore dei servizi. Investire nell’innovazione è un buon modo per offrire opportunità anche ai lavoratori meno qualificati. Quando parliamo di investimenti sull’innovazione occorre quindi avere uno sguardo allargato all’intero ecosistema. La Regione ha il compito di comprendere e alimentare la crescita del proprio ecosistema dell’innovazione, aumentandone innanzitutto l’attrattività e la competitività.

Per tenere il passo con il mondo dobbiamo essere capaci di produrre innovazione: non possiamo in alcun modo rinunciare a essere centro di ricerca e di eccellenza.
Che cosa manca per essere al centro dei processi? Ci manca il fatto di produrre con continuità conoscenza e innovazione. Qui sta la sfida storica della Liguria nel mondo nuovo globalizzato. Ma che cosa significa in concreto oggi investire nella ricerca?
Bisogna investire in un nuovo modello di ricerca concentrando le risorse sui progetti prioritari per garantire il raggiungimento dell’eccellenza. Tali risultati devono prevedere il trasferimento delle conoscenze acquisite al mondo dell’industria in forma di brevetti. Si veda ad esempio il modello IIT.
Avanti quindi con Erzelli. Basta ritardi. Avanti con politiche di integrazione fra grande industria, PMI e centri di ricerca con rafforzamento dei Poli di innovazione e dei distretti tecnologici. I Poli rappresentano una perfetta sintesi di lavoro e sapere.

Oltre al sostegno dei poli di innovazione dobbiamo ora mettere in atto politiche di aggregazione dei poli di innovazione. Le imprese saranno maggiormente coinvolte ricercando un modello di collaborazione trasversale tra le diverse realtà. Un modello finalizzato alla realizzazione di progetti ambiziosi, appetibili dal punto di vista della visibilità.
Il Centro per le Tecnologie Umane di IIT agli Erzelli avrà circa 300 ricercatori a regime nell’arco dei prossimi due anni. Si occuperà di sviluppare metodologie diagnostiche a bassissimo costo e ad altissima sensibilità per la previsione di malattie genetiche e altre patologie importanti, studierà i processi di natura tossica che sono oggi nella manifattura, anche dal punto di vista della regolazione delle nuove leggi europee, avrà un grosso laboratorio di robotica chirurgica e uno di riabilitazione di pazienti affetti da neurodegenerazione e malattie nervose. Tutto questo coinvolgerà ricercatori che vanno dall’ingegneria alla medicina, in ambito interdisciplinare.

All’ultimo piano della struttura Erzelli, dove sarà costruito il laboratorio, ci sarà poi l’incubatore che dovrà accelerare il processo di trasferimento di alcune di queste tecnologie al mercato.
L’incubatore di Erzelli deve essere il modello per l’innovazione degli incubatori tradizionali.
A fine 2015 ci sarà lo spostamento a Erzelli dei primi cento ricercatori e dei primi laboratori. Per fine 2016 ci saranno altri due piani completati e di si inizierà a costruire l’incubatore. Un ultimo piano disponibile verrà attribuito nel 2016: adesso si sta assumendo il gruppo di nuovi dirigenti di ricerca con cui verranno concordati alcuni aspetti dei laboratori.

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