Open Genova già da diversi anni fa parte di Associazione Genova Smart City, partecipando attivamente alle riunioni e – quando possibile – cercando di dare il proprio fattivo contributo alle attività che fanno parte del nostro ruolo istituzionale: cittadinanza digitale, open data, monitoraggio civico, formazione e alfabetizzazione digitale.
La scorsa primavera l’Università di Genova ha organizzato, in collaborazione con Associazione Genova Smart City, un corso di perfezionamento dal titolo “Smart City: pianificazione e sviluppo economico territoriale“, e dopo l’ok a procedere da parte del consiglio direttivo è stata formalizzata la nostra iscrizione al corso.
Il corso si è tenuto tra aprile e maggio 2018, per un totale di sei giornate che ci hanno permesso di approfondire alcuni temi specifici sul mondo delle città intelligenti, e di avere nozioni fondamentali anche su alcuni aspetti che non fanno parte delle nostre attività, come il mondo dell’energia o della mobilità applicata alle smart city.
Alla fine del corso, i docenti hanno richiesto agli studenti l’esecuzione di un project work che potesse dimostrare la conoscenza di quanto imparato al corso, su un argomento a scelta degli studenti.
Dopo averne parlato internamente, la scelta di noi studenti è ricaduta su un lavoro in team, che potesse rappresentare un filo conduttore unico seppur declinato in diversi project work.
Dopo alcuni mesi di lavoro, sono stati presentati 4 project work che, hanno narrato le prospettive tecnologiche della mobilità nelle città intelligenti del futuro, fino ad arrivare a un concept progettuale di riqualificazione urbana su Genova (ex magazzini del sale di Sampierdarena), passando dai servizi integrati di mobilità e dalla gestione intelligente dei parcheggi.
I project work sono stati poi presentati ad un evento organizzato dalla facoltà di Economia, e sono divenuti parte integrante di una pubblicazione cartacea, a cura delle prof.sse Dameri e Bruzzone, nella quale è stato possibile ripercorrere i principali temi affrontati durante il corso, grazie anche ai contributi di alcuni docenti del corso.
Smart dockers: un’idea progettuale che mette il cittadino al centro delle smart city
Smart Dockers è il nome scelto per un concept di riqualificazione urbana, nel quale si definiscono alcune ipotesi di riutilizzo degli spazi esterni degli “ex Magazzini del Sale” di Sampierdarena, con l’obiettivo di definire una riqualificazione energetica sostenibile e innovativa dell’area.
A questo link puoi trovare il project work completo.
L’idea di fondo che fa da filo conduttore è che una città non può definirsi davvero smart finché i cittadini non diventeranno parte integrante di essa.
La semplice messa in campo di tecnologie, per quanto innovative e tecnicamente aggiornate, non renderà più smart una città se poi nessuno le usa. E il fine ultimo di una città intelligente, dovrebbe essere quello di rendere felici i suoi cittadini.
La felicità (o, per usare una parola più soft, la serenità) la si può ottenere solo quando si eliminano tutte le cause di stress o di perdite di tempo/denaro negli abitanti di un agglomerato urbano più o meno grande.
Nelle nostre città sono sotto gli occhi di tutti le criticità dovute a mobilità, ciclo dei rifiuti, trasporto pubblico, servizi istituzionali, inquinamento atmosferico e via dicendo: l’obiettivo di poter essere una smart city sarà raggiunto solo quando queste aree di intervento saranno affrontate e ridimensionate nel loro impatto su chi le vive ogni giorno sulla propria pelle.
Ma chi può (e deve) affrontare questi temi in modo deciso, se non le istituzioni? La governance di questi temi deve per forza di cose essere pubblica, da parte di uno o più soggetti locali all’interno della municipalità. La definizione delle strategie, con orizzonte a medio-lungo termine, dev’essere tenuta da soggetti istituzionali che possano definire – e poi controllare – la corretta messa in campo di tutte le azioni necessarie.
Ma la definizione delle strategie deve passare per forza dal coinvolgimento dei cittadini (singoli o organizzati in associazioni, comitati, gruppi di lavoro, ecc.) in modo tale che ci sia un continuo scambio di informazioni bidirezionale che possa portare all’attenzione delle istituzioni i principali temi da affrontare e condividerne obiettivi, strategie e finalità. Contemporaneamente, lo scambio di conoscenze e informazioni potrà permettere di accedere a principi di trasparenza e di condivisione, che porteranno senz’altro a un ridimensionamento degli attriti o dei malumori sociali.
In Smart Dockers, tra le altre cose, viene proposta la creazione di un punto fisico dove possano essere affrontati tutti i temi legati al cittadino digitale del futuro e alla risoluzione del divario digitale che ancor oggi affligge gran parte della popolazione italiana.
Creare cittadini con competenze digitali, permetterà lo sviluppo di servizi online più efficienti e a minor costo sia per l’amministrazione pubblica sia per i cittadini stessi.
L’esperienza di Roma con il progetto Punti Roma Facile o quella di Genova con i Punti Genova Digitale organizzati e gestiti da Open Genova ha permesso di sperimentare sul campo quanto sia necessaria, utile e opportuna questa attività sul campo, vicino ai luoghi vissuti dai cittadini ogni giorno: sedi di associazioni o locali messi a disposizione dai municipi sono il naturale punto di contatto tra il cittadino che ha voglia di imparare e di conoscere e i facilitatori digitali che mettono a disposizione, gratuitamente, la propria conoscenza per gli altri.
I Punti Genova Digitale
Tra pochi giorni il progetto Punto Genova Digitale di Open Genova raggiungerà i 12 mesi di attività, durante i quali sono state erogate sessioni formative a circa un centinaio di persone.
L’idea è nata a Roma, dove l’assessora Flavia Marzano ha creato i Punti Roma Facile che, partendo dalle periferie della capitale, hanno avuto la capacità di dimostrare ai cittadini che il digitale è un mezzo per semplificare il rapporto con le istituzioni e superare il divario sociale, economico, culturale, generazionale e di genere.
Abbiamo ritenuto che lo stesso format potesse essere vincente anche nella nostra città, e con le forze disponibili dalla nostra associazione, ci siamo prodigati nell’ultimo anno per portare avanti il progetto nel miglior modo possibile: qui potrai trovare tutti i dettagli.
Per questa attività abbiamo usato alcuni computer rigenerati, su cui è stata installata una versione di Linux personalizzata da alcuni nostri soci che ha la caratteristica di non conservare nessun dato personale e nessuna informazione sui siti visitati o sulle username/password utilizzate durante le sessioni formative.