Open Genova ha posto 4 domande ai candidati alla presidenza della Regione Liguria sui temi a noi cari: banda larga, dati aperti, partecipazione e innovazione.

Enrico Musso è il primo tra i candidati a rispondere. Di seguito riproponiamo in neretto le domande con le risposte di Musso.

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WiFi: La disponibilità di connessioni internet wi-fi gratuite, efficienti e facilmente fruibili è una delle condizioni infrastrutturali necessarie per garantire lo sviluppo digitale della nostra regione. Cosa pensa del progetto Liguria Free WiFi, attivato da Regione Liguria? Quali modifiche, o integrazioni, apporterebbe?

Il WiFi libero è un punto di partenza del processo di creazione di una rete intelligente in Liguria. Il fatto che si possa accedere liberamente alla rete senza dipendere per forza dal proprio operatore è sicuramente un passo necessario, ma mi spingerei oltre coinvolgendo anche il tessuto commerciale locale come succede in altre città europee. Senza voler evocare il mito della connettività di New York City, dove sei connesso sempre e comunque grazie alla rete cittadina e di negozi bar e ristoranti, si capisce perfettamente che una rete diffusa e libera consentirebbe una qualità diversa della vita. Sarebbe bello, magari, poter lavorare al computer e preparare la relazione davanti al mare. Senza voler essere particolarmente utopisti direi che potrebbe essere un plus per attirare quei cluster di creatività di cui la regione ha bisogno.

Trasparenza (Open Data): La disponibilità di dati aperti, liberamente scaricabili dal sito regionale in un formato che ne permetta facilmente l’elaborazione in forma elettronica, è un elemento fondamentale per consentire la trasparenza amministrativa. Quali ritiene siano le azioni da mettere in atto per aumentare la qualità e la quantità dei dati aperti della Regione Liguria? Quali iniziative ritiene di attuare per agevolare la creazione di una comunità di utilizzatori di questi dati?

La trasparenza dell’amministrazione (finalizzata all’informazione, e quindi alla correttezza dei comportamenti dell’amministrazione e alla partecipazione dei cittadini) è uno dei cinque “principi” del nostro programma per le elezioni regionali. E ovviamente gli open data sono alla base della trasparenza e della partecipazione collettiva alla cosa pubblica quindi sono alla base della democrazia. Credo che sul sito della Regione debbano comparire tutti i dati a partire dal bilancio regionale fino agli atti delle società partecipate, che maneggiano molta parte del denaro dei contribuenti. Ma non basta: occorre rendere questi dati leggibili e comprensibili dal cittadino. Il cittadino non deve “impazzire” per trovarli, e l’interpretazione deve essere facile e immediata.

Partecipazione: È ormai considerato naturale che le persone si informino, si associno e partecipino alla vita pubblica utilizzando le nuove tecnologie. In tutto il mondo possiamo trovare esperienze, anche molto avanzate, che favoriscono la partecipazione grazie all’uso delle nuove tecnologie. Esistono esperienze di questo tipo, italiane o straniere, che le piacerebbe realizzare in Liguria durante il suo mandato?

La così detta comunità virtuale e la web-democracy sono elementi di novità da non temere, ma al contrario da stimolare. Un altro dei nostri cinque “principi base” è la consultazione preventiva sistematica dei cittadini e delle imprese coinvolti dai provvedimenti della Regione. Non è la sostituzione della democrazia rappresentativa con la democrazia diretta, ma è l’ammodernamento della prima, che grazie alle tecnologie della rete può disporre di un efficace supporto alle decisioni e ritrovare la legittimazione che oggi ha perduto. Naturalmente come ogni novità presenta una fase iniziale di test e per la loro riuscita non si deve pretendere che da domani si governi con strumenti come Liquid Feedback o Aresis, ma potrebbero essere testate delle soluzioni di consultazione on line per far partecipare il cittadino alla vita politica, ma sopratutto per capire da chi è direttamente interessato problematiche o viceversa ricevere sollecitazioni, se non addirittura soluzioni bottom-up.

Innovazione: Al di là delle singole scelte, l’innovazione si può realizzare soltanto all’interno di un quadro generale che comprende tecnologie, infrastrutture, capacità di generare e attrarre saperi e competenze, visione di lungo periodo. Può indicare, in maniera sintetica, quale è la sua idea guida riguardo l’ecosistema dell’innovazione per la nostra Regione? 

L’innovazione, come il lavoro, non si crea per decreto. Per avere una regione a forte vocazione innovativa bisogna prima creare l’habitat dove l’innovazione possa crescere. Per farlo occorrono due condizioni ex-ante 1) premiare il merito (un altro dei nostri “5 elementi”), mettere le menti migliori alla guida della Regione e impedire che la burocrazia fine a se stessa blocchi il processo creativo/innovativo 2) mettere sempre più in relazione impresa, quindi lavoro, e ricerca. La ricerca pura è utile, ma spesso ha bisogno di fondi ingenti che la ricerca applicata, spesso sovvenzionata da aziende, può garantire. Se si creano poi le condizioni perché fiorisca l’innovazione e la ricerca esse sbocceranno creando un volano autoalimentante di risultati per l’economia ligure, con enormi benefici per i nostri giovani.

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