Open Genova ha posto 5 domande ai candidati sindaco (elezioni amministrative 2022) sui temi a noi cari: Transizione Digitale, Lotta al divario digitale culturale, Smart City e Tecnologie Digitali.

Di seguito riproponiamo le domande con le risposte di Carlo Carpi.

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Quale sarà la prima azione di transizione digitale della Pubblica Amministrazione che, come candidato sindaco, farà quando sarà eletto?

La mia prima attività per la transizione digitale sarà quella di implementare tutti i servizi tecnologici cercando di renderli sempre più a portata di qualunque utenza. Oggi ci sono diversi servizi per il pagamento, IOApp, l’accesso alla piattaforma del cittadino però secondo me non sono così immediati, per lo meno per tutti. Quindi è necessario aumentare e implementare, però rendendo più semplice l’accesso.

Rispetto al Piano Triennale per l’Informatica del Comune di Genova 2020-2022 (pagg. 6-9), quali sono secondo lei i punti migliorabili e cosa dovrà essere fatto durante il suo mandato?

Ho letto le pagine indicate ma non ho trovato punti specifici di merito se non indicazioni di progettualità. Io credo che ci vogliano investimenti nell’ambito della gratuità della rete, nell’ambito della immediatezza della rete e nell’ambito anche di rendere più semplificabile possibile la possibilità da parte di tutti, anche ai meno esperti, di accedere ai portali della pubblica amministrazione, nella fattispecie quelli comunali.

Nell’ambito della lotta al divario digitale, a Genova esistono diverse associazioni del terzo settore che si occupano di alfabetizzazione digitale. Qual è la sua posizione relativamente al coinvolgimento del terzo settore in questa attività? Ritiene che questo ruolo debba/possa essere svolto direttamente dalle strutture comunali/municipali?

Io credo che, in una logica prospettica, queste associazioni dovrebbero fare dei corsi che possano essere facilmente conoscibili da qualunque cittadino, e che possano rilasciare degli attestati in ambito dei linguaggi principali di Internet, di utilizzo del computer e dei principali software che riguardano attività da quella contabile a quella di accesso alla documentazione, al catasto. Insomma tutto quello che può riguardare non solo un servizio per i cittadini stessi, ma anche soprattutto l’applicazione all’ambito lavorativo, cosa che oggi non è, perché molti non trovano lavoro perché non conoscono i software dedicati a quelle tipologie lavorative.

Un recente studio commissionato da Intel rileva che la metà degli intervistati non ha idea di cosa sia una smart city/città intelligente (fonte: sito web Corriere.it). Quali azioni pratiche intende fare per aumentare la consapevolezza e la conoscenza di questo argomento nei cittadini genovesi?

Il problema di fondo dietro questi inglesismi, o come una volta francesismi o latinismi, è che si cerca di edulcorare dei termini proprio per renderli scarsamente comprensibili. Smart è traducibile in “pratico” o “immediato” semplificando, quindi ci vorrebbe un’informazione proprio ad hoc in quei termini proprio per rendere possibile l’accessibilità dei concetti da parte di tutti.

Come futuro sindaco, come vede il rapporto tra genovesitecnologie digitali e pubblica amministrazione locale tra 5 anni, alla fine del suo mandato? Cosa sarà cambiato?

Qualora venissi eletto a fine del mio mandato certamente la tecnologia non sarà più una ideazione intellettiva da parte di pochi o di fasce di età ma sarà veramente aperta a chiunque e anche in una prospettiva realista non solo di confronto con la pubblica amministrazione, ma anche quella della ideazione, di trovare un lavoro vero, facile, immediato. Penso dal meccanico di autovetture che oggi deve saper usare determinate tipologie di computer o di software, parlo del meccatronico, parlo del contabile, di chi cerca una attività impiegatizia come contabile coi software appunto che riguardano la gestione contabile, parlo ai pensionati e alle casalinghe se ce ne siano sempre e comunque di accesso alla comunicazione fin da casa con la pubblica amministrazione senza che debbano venire in Comune.
Insomma, penso che sarò riuscito a rendere quotidiano per molte persone l’utilizzo o del computer o della rete o dello smartphone.

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