La consapevolezza di operare imprenditorialmente all’interno di una istituzione culturale come la Biblioteca Berio, frequentata da migliaia di utenti, in particolare giovani, ci ha spinto a considerare importante l’adozione di comportamenti e scelte sociali intelligenti. soprattutto rispetto all’ambiente, alla sua salvaguardia e difesa.

Nacque così cinque anni fa , tra le tante suggestioni , l’idea di riuscire a rendere il BerioCafè un locale a rifiuto zero. Il BerioCafè, come ogni locale di ristorazione, produce direttamente e indirettamente (attraverso la sua clientela ) rifiuti in grande quantità , nello specifico imballi vari, umido derivante dalla produzione della cucina, plastica e lattine , carta e vetro. Mettere in atto una raccolta differenziata spinta all’interno della gestione della attività non poteva però essere legata solo al comportamento virtuoso del personale dipendente. Sussistevano e sussistono due aspetti sensibili : il primo è legato alla possibilità reale del conferimento delle diverse tipologie di rifiuti negli appositi contenitori ( presenza in zona e costo della operazione ), il secondo , più strategico, è quello di effettuare la raccolta differenziata coinvolgendo attivamente e in prima persona il pubblico, affinché il nostro comportamento diventasse un fenomeno collettivo di sensibilizzazione e partecipazione attiva.

Il primo passo fù quello di coinvolgere l’azienda preposta alla raccolta dei rifiuti cercando in essa collaborazione funzionale e operativa. Presentammo pertanto un progetto che prevedeva la realizzazione di una vera e propria mini isola ecologica nel cortile della Biblioteca con il collocamento di contenitori specifici accompagnati da adeguata segnaletica e soprattutto la richiesta dell’impegno da parte della azienda AMIU di effettuare uno svuotamento periodico ” a domicilio “. Ci sembrava una ottima opportunità per raggiungere due obiettivi: il primo realizzare una case history di locale a rifiuto zero, la seconda avviare una campagna di informazione e sensibilizzazione permanente su una intera fascia di cittadinanza genovese e non solo ( giovani tra i 18 e 24 anni ). Il progetto, pur considerato ” intelligente ” non venne mai approvato e soprattutto attuato in relazione ai presunti costi di attuazione e della difficoltà/impossibilità di gestire l’umido”.

In compenso determinò un primo effetto parziale , ma dal nostro punto di vista, significativo.

Nella Biblioteca e al BerioCafè vennero collocati i contenitori per la raccolta della carta e del cartone…affidando ad una cooperativa sociale il compito di effettuare periodicamente il ritiro e il trasporto.

” Forti ” di questo primo risultato iniziammo una azione di pressione perché si riuscisse a raccogliere anche la plastica e le lattine, rifiuto presente in grandissima quantità all’interno e all’esterno del locale. Per lungo tempo il nostro tentativo risultò vano finché riuscimmo a coinvolgere un assessore ( Pasquale Ottonello ) dell’allora giunta Vincenzi il quale prese a cuore personalmente la nostra sollecitazione e riuscì con una “telefonata” a un funzionario dell’azienda AMIU a farci avere i contenitori gialli ( cinque ) che vennero messi in cortile e soprattutto si impegnò al ritiro e svuotamento una volta alla settimana. Ormai da tre anni riusciamo ad effettuare la raccolta differenziata di carta/cartone e plastica/lattine. Solo per dare una dimensione parziale al fenomeno , in un anno riusciamo a differenziare qualcosa come cinquemila bottiglie di plastica oltre a bicchieri, posate , piatti e lattine. Tutta l’operazione è ” clandestina ” nel senso che siamo dei privilegiati perchè siamo l’unico locale al quale è riservato un ” ritiro porta a porta “…..senza che questo abbia mai avuto un riconoscimento economico ( riduzione della tassa sui rifiuti?) e tanto meno una qualche forma di gratificazione a livello di riconoscimento per l’impegno e per la realizzazione di una attività socialmente utile per la collettività.

E’di questi giorni la notizia che , dopo gli inconvenienti di Scarpino, ci sarà la volontà di realizzare la raccolta differenziata porta a porta rivolgendosi agli esercizi pubblici.

Sembra ” addirittura ” che l’iniziativa coinvolga anche ” l’umido ” riuscendo finalmente a progettare un luogo di raccolta e di lavorazione in Liguria.

Ci dicono che ad Uscio stanno per sperimentare a breve un primo impianto per dedicarlo ai comuni del Consorzio del Tigullio.

Ci dicono altre sì che anche quest’anno la tassa dei rifiuti delle famiglie e delle aziende subirà un nuovo aumento per recuperare le perdite derivanti dalla gestione della discarica di Scarpino.

Locandina rifiuti zero

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