Open Genova ha posto 4 domande ai candidati alla presidenza della Regione Liguria sui temi a noi cari: banda larga, dati aperti, partecipazione e innovazione.
Di seguito riproponiamo in neretto le domande con le risposte di Giovanni Toti.
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WiFi: La disponibilità di connessioni internet wi-fi gratuite, efficienti e facilmente fruibili è una delle condizioni infrastrutturali necessarie per garantire lo sviluppo digitale della nostra regione. Cosa pensa del progetto Liguria Free WiFi, attivato da Regione Liguria? Quali modifiche, o integrazioni, apporterebbe?
Cambiamento significa puntare su un nuovo, chiaro modello di sviluppo: la grande impresa esistente deve essere tutelata ma bisogna saper convertire la Liguria in una regione basata su turismo, terziario, nuove tecnologie. In quest’ottica è fondamentale attrarre i turisti e le aziende che vogliono insediarsi sul nostro territorio (in quest’ottica, per le imprese tecnologiche e turistiche proponiamo agevolazioni fiscali come la riduzione dell’Irap). Una regione che punta sull’innovazione e il lavoro non può prescindere dalla crescita delle sue infrastrutture e dei sistemi di comunicazioni; il WiFi libero è uno dei temi centrali del nostro programma perchè riteniamo che lo sviluppo della Liguria debba passare necessariamente anche attraverso le nuove tecnologie. Diciamo sì al Free wifi, ma il progetto deve essere funzionante, efficace, esteso a un maggior numero di postazioni possibili. Fondamentale sarà la copertura dell’intero territorio ligure, a questo proposito riteniamo si possano incentivare economicamente le attività commerciali a fornire WiFi hotspot per il libero accesso nei luoghi pubblici, fornendo ai cittadini le app da scaricare sullo smartphone per la loro ricerca. Infine, aiuteremo le attività alberghiere attraverso finanziamenti dedicati a dotarsi di WiFi, poichè, ancora oggi, molti alberghi non ne sono dotati, abbassando, di molto, la ricettività turistica.
Trasparenza (Open Data): La disponibilità di dati aperti, liberamente scaricabili dal sito regionale in un formato che ne permetta facilmente l’elaborazione in forma elettronica, è un elemento fondamentale per consentire la trasparenza amministrativa. Quali ritiene siano le azioni da mettere in atto per aumentare la qualità e la quantità dei dati aperti della Regione Liguria? Quali iniziative ritiene di attuare per agevolare la creazione di una comunità di utilizzatori di questi dati?
La trasparenza è uno dei nostri punti programmatici. Riteniamo gli Open Data prioritari per favorire la partecipazione degli stakeholder. Devono essere facilmente scaricabili i bilanci della Regione e delle sue partecipate, i bandi di gara e relativi risultati. Crediamo sia assolutamente importante informare i cittadini sui dati che riguardano il lavoro (occupazione, commercio, imprese), i dati ambientali, (inquinamento, dissesto idrogeologico e rischi naturali, clima), la scuola, la sanità (le liste di attesa devono essere facilmente consultabili, tutto deve essere informatizzato, ogni paziente deve poter avere una sua cartella clinica elettronica). Il tutto si ricollega ad altre due proposte: Sportello unico per le imprese (un unico sportello per tutte le pratiche e autorizzazioni, per ridurre l’impatto della burocrazia); Sportello unico per il cittadino
Partecipazione: È ormai considerato naturale che le persone si informino, si associno e partecipino alla vita pubblica utilizzando le nuove tecnologie. In tutto il mondo possiamo trovare esperienze, anche molto avanzate, che favoriscono la partecipazione grazie all’uso delle nuove tecnologie. Esistono esperienze di questo tipo, italiane o straniere, che le piacerebbe realizzare in Liguria durante il suo mandato?
In ambito tecnologico gli Stati Uniti sono all’avanguardia. I progetti di Open Government (sistema di Governance che si basa su strumenti e tecnologie che consentono alle PA di essere trasparenti verso i cittadini rendendoli partecipi attraverso l’uso del Web 2.0 e degli smartphone) sono sempre più incisivi e sono finalizzati a dare maggior potere ai cittadini, migliorare la democrazia partecipativa e combattere la corruzione. Oltre a importanti progetti di cooperazione internazionale quali la Open Government Partnership che coinvolge 43 Paesi, fra cui l’Italia, a livello locale riteniamo di assoluto interesse il progetto portato avanti dalla Chicago Metropolitan Agency : ha ideato un sito internet www.cmap.illinois.gov dove sono resi disponibili decine di dati su tutte le questioni di interesse pubblico, lavoro, imprese, commercio, ambiente, mobilità, clima, cibo e moltissimi altri. Un esempio da seguire anche da noi.
Innovazione: Al di là delle singole scelte, l’innovazione si può realizzare soltanto all’interno di un quadro generale che comprende tecnologie, infrastrutture, capacità di generare e attrarre saperi e competenze, visione di lungo periodo. Può indicare, in maniera sintetica, quale è la sua idea guida riguardo l’ecosistema dell’innovazione per la nostra Regione?
L’innovazione passa ad esempio attraverso lo sviluppo dell’Istituto Italiano delle Tecnologie (IIT), fiore all’occhiello di tutta l’azione politica per la valorizzazione della ricerca in Liguria. E’ stato voluto con forza dalla Giunta Biasotti che è riuscita a battere l’agguerrita concorrenza di importanti realtà come i Politecnici di Milano e Torino e la Normale di Pisa. Oggi all’Iit operano circa 1.000 ricercatori ed ha centrato in pieno l’obiettivo che si era posto: quello di far rientrare i cervelli italiani fuggiti all’estero. Per sforzo e volontà del centrodestra sono nati anche: il Distretto della robotica; il Distretto industriale – formato da una trentina di imprese private tecnologicamente avanzate; il Distretto dei Sistemi Intelligenti Integrati – il SIIT, costituito nel 2004 dalla Giunta Biasotti – con un’assegnazione di oltre 80 milioni di euro di finanziamenti del MIUR, allora presieduto dalla Ministro Moratti. Non ultima la società per accelerare la presentazione dei progetti del Distretto delle tecnologie marino-marittime della Spezia. Dobbiamo continuare sul percorso tracciato negli anni Duemila promuovendo la collaborazione tra aziende, Università e Centri di ricerca pubblici dagli alti contenuti innovativi, come il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT).
Va realmente supportata la nascita del “Technology Village” di Erzelli: dovrà diventare non solo un polo di attrazione “culturale” ma anche il centro di un’intensa attività di formazione e divulgazione sulle nuove tecnologie, integrato coerentemente con manifestazioni di prestigio internazionale. Partendo da qui dovremo:Sostenere, con specifiche misure, gli incubatori di ricerca e le start up innovative mediante fondi di Venture Capital; richiedere, unitamente ad altre regioni, una semplificazione e sburocratizzazione delle procedure per l’accesso al programma europeo Horizon 2020 per l’ accesso ai bandi per le PMI, premiando la capacità di aggregazione in una logica di cluster;implementare il sostegno alle iniziative di ricerca nel biomedicale e nelle biotecnologie con ricadute cliniche applicative.
In generale, dobbiamo essere più attrattivi per le nuove aziende che decidono di trasferirsi in Liguria e per chi decide di investire in tecnologia: per questo proponiamo l’abolizione dell’Irap per questa tipologia di imprese. Per le start up giovanili proponiamo anche l’abolizione della quota regionale del bollo auto. Faremo un censimento di tutti i locali di proprietà pubblica non utilizzati: la nostra proposta è quella di affidarli ai giovani in comodato d’uso gratuito per tre anni (più altri tre ad affitto agevolato) in modo da incentivare le nuove idee, le nuove imprese giovanili (aspettandoci progetti anche, soprattutto sul fronte della tecnologia). L’innovazione, lo sviluppo, devono passare attraverso le tecnologie ma anche attraverso le infrastrutture: diciamo sì, con forza, al Terzo Valico (vigileremo su tempi di attuazione) e alla Gronda di Genova: basta con i tentennamenti e le discussioni. Il nodo genovese deve essere realizzato prima che i canoni autostradali (per ripagarlo) lievitino ulteriormente, come accaduto in questi anni in cui si è solo perso tempo.
Tra i nostri obiettivi anche il raddoppio della linea ferroviaria di Ponente, la nuova diga in porto per accogliere le grandi navi, la privatizzazione dell’aeroporto: deve essere emesso un bando che permetta davvero l’ingresso di privati, eliminando i paletti e i vincoli prospettati finora. Non si puo’ più aspettare. Nizza, negli ultimi dieci anni, ha raddoppiato la popolazione, il capoluogo ligure l’ha ridotta. Evidentemente il modello a cui si è puntato finora non ha funzionato. Bisogna cambiare.