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Alberto Boccaccio, fondatore del centro di coworking Plane Tree di Salita Dinegro risponde nel merito all’articolo pubblicato sul SecoloWeb dal titolo: A Genova il Coworking non decolla? 

Come ho scritto anche via mail, volevo prima di tutto ringraziare per aver dato spazio ad un tema che ritengo importante per la città. Ogni iniziativa che fornisce un aiuto alla diffusione della cultura del coworking è vista da noi (Plane Tree) come una cosa positiva e importante.

Mico Rau, intervistato nell’articolo, ha ben illustrato cosa sia un coworking e quali le caratteristiche che lo differenziano da un semplice subaffitto di scrivanie. Tuttavia devo rilevare che Mico abbia voluto prendere come esempio negativo Genova etichettando i centri di coworking della città come cari, di nicchia, incapaci di fare il salto di qualità e danneggiati dall’individualismo genovese, probabilmente da mettere in contrapposizione con una visione del mondo ampia e illuminata che si percepisce una volta superato il Passo della Bocchetta, sostenendo una tesi a mio avviso inaccettabile e che respingo con forza (e credo di non sbagliare nel parlare a nome anche di molte altre realtà citate nell’articolo).

Mi spiace che l’esperienza di Mico Rao e di Lab121 a Genova sia stata sin qui deludente e che lui abbia questa opinione. Sul decollo della sua attività non penso di avere nulla da insegnare a chi, come noi, mastica il coworking da diversi anni. Riguardo all’opinione invece, l’invito che posso fargli è quello di informarsi meglio e di approfondire quel concetto di network – a cui fa riferimento nella sua intervista – partendo da quello creato a Genova proprio dai gestori dei centri stessi.

Un network che non sta su di un social o su un sito ma è fatto di relazioni, di momenti di confronto, di iniziative comuni e che viene portato avanti da diverso tempo grazie al lavoro prezioso di persone come Fabio, Alice, Elisabetta, Enrico, Monica, per citarne alcune a me semplicemente più vicine. Partecipare a questo network è molto semplice: basta una telefonata, una visita, l’organizzazione di un incontro in cui chiacchierare o organizzando incontri mirati alla divulgazione della cultura del coworking. Partecipandovi avrebbe compreso che le cose non stanno come da lui descritte anche se Genova, questo lo penso anch’io, non sia una città semplice in cui sviluppare idee nuove. Ci vuole un po’ di sforzo in più, ma non per via della mentalità dei suoi abitanti quanto più per alcune caratteristiche del tessuto economico cittadino che rendono più lento l’avvio di alcune dinamiche di innovazione.

Ogni centro avrà modo di comunicarti le sue iniziative, ma per ciò che concerne Plane Tree, attivo dal 2010, posso raccontarti che nel 2014:

  1. abbiamo costruito e formalizzato una rete di professionisti che lavora insieme tutti i giorni e che non sarebbe mai nato senza il coworking;
  2. abbiamo dialogato con le istituzioni in forma diretta o sotto il “cappello” Confidustria a cui siamo associati;
  3. abbiamo stretto partnership con numerosi soggetti, ad esempio Genova Car Sharing e l’Ordine degli Architetti;
  4. abbiamo presenziato ad ABCD per spiegare ai giovani ragazzi cosa vuol dire costruire la propria impresa all’interno di un cowo;
  5. all’interno dei nostri spazi sono stati fatti corsi di formazione organizzati da terzi o dai coworkers stessi;
  6. ci siamo proposti di ospitare realtà danneggiate (e l’abbiamo fatto) dopo l’alluvione che ha colpito la città qualche mese fa;
  7. abbiamo aderito ad un circuito nazionale che permette ai nostri ospiti di viaggiare trovando sempre un ufficio pronto ad accoglierli;
  8. organizzato non so quanti aperitivi, pranzi, cene e pause caffé per socializzare con tutti i coworkers cercando di far sentire tutti parte di un progetto comune, e non semplici affitta scrivanie
  9. ultimo, ma non per importanza, abbiamo dovuto ampliare i nostri spazi prendendo in gestione altri 2 piani del nostro palazzo (ora sono 4)

Si può fare di più? Certamente, ma per quel che ci riguarda il coworking lo facciamo davvero per passione e non per business e questo è stato il massimo che – con un occhio ai conti – siamo stati in grado di fare. E sicuramente non siamo il centro genovese con la lista più lunga di attività realizzate.

Mi auguro nel 2015 che Lab121 possa realizzare quanto di buono ha fatto in quel di Alessandria, aiutando noi e gli altri centri a diffondere ulteriormente la cultura del coworking a Genova e provincia, un qualcosa che va aldilà del numero di scrivanie occupate da un centro piuttosto che un altro. Per quel che ci riguarda, ogni coworker in più in uno dei centri genovesi, è una piccola vittoria anche di Plane Tree.

Ma che non si dica che a Genova il coworking non decolla. E’ inesatto e ingiusto nei confronti di chi da anni si fa un mazzo tanto per diffonderlo, ed oggi – finalmente – si trova di fronte ad una città finalmente più ricettiva ed entusiasta.

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