Negli ultimi anni il ruolo della trasformazione digitale ha assunto connotazioni sempre più rilevanti partendo dall’Agenda Digitale Europea lanciata nel 2010 fino ad arrivare al recentissimo Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica amministrazione. La trasformazione riguarda trasversalmente praticamente tutti gli ambiti della vita quotidiana da quello economico e turistico a quello scolastico e culturale passando per il lavoro e la pubblica amministrazione.
Nello scenario che si sta delineando e successivamente all’approvazione nel 2015 della Carta della Cittadinanza Digitale che indica per tutti il diritto all’accesso (banda larga e free wifi), di poter dialogare con la pubblica amministrazione, poter accedere ai servizi e molto altro appare chiaro che la sfida in questo senso più che sulla tecnologia si giocherà sul terreno delle competenze e della cultura digitale. Open Genova è nata nel 2012 proprio per promuovere la cultura digitale e le opportunità della trasformazione in corso in applicazione al proprio territorio di riferimento.
Per fare il punto su quanto è stato fatto fino ad oggi, per stimolare il dibattito sul tema della trasformazione digitale che non passi necessariamente solo dalle aziende e per ragionare sui prossimi passaggi è nato il Report delle attività sul territorio 2012-2016.
La crescita in pochi anni dell’associazione, le sinergie con le istituzioni ed altre realtà locali: Genova Digitale, Verde Comune, Partecip@, Lanterna 2.0 e molto altro ma anche le iniziative meno riusciti come per esempio la collaborazione con Genova Smart City, il mancato provvedimento per gli sgravi relativi al free wifi sul modello di Sori ad un passo dall’attuazione o ancora alcuni progetti mai effettivamente partiti per problemi organizzativi sono solo alcuni degli argomenti trattati nel Report scritto a più mani con alcune delle persone che hanno fatto la storia dell’associazione
Questo Report che desidera rispondere alla domanda: “cosa ha fatto di concreto Open Genova?” va oltre i normali adempimenti associativi e vuole essere un ulteriore atto di apertura e trasparenza dopo l’adesione al Manifesto di Stati Generali dell’Innovazione perché da sempre riteniamo che nel chiedere apertura e trasparenza alla Pubblica Amministrazione dobbiamo essere noi per primi a praticarla.